Sono 20 mesi che su Kiev e tutta l’Ucraina si è abbattuta una violenza incomprensibile: essere accanto al popolo ucraino, chiedere la pace e avviare percorsi possibili a livello politico, diplomatico e sociale deve essere l’obiettivo di tutti.
La nona missione del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta è tornata a chiedere attenzione sullaproposta di istituzione dei Corpi Civili di Pace, una prospettiva di impegno civile nonviolento nata nel solco delle riflessioni di Alex Langer: una giornata di convegno a Kiev ha stimolato un interessante dibattito a più voci e l’impegno a proseguire la riflessione.
Kiev – Piazza Maidan
È tristemente la piazza più famosa di Kiev, Piazza Maidan, oggi simbolo del desiderio di libertà del popolo ucraino.
Ogni piccola bandiera nel prato azzurro e giallo ricorda un soldato caduto in battaglia, il suo nome, le date della nascita e della morte.
Silenzio tutto intorno, rispetto per la vita e per la morte, un prato del ricordo che commuove.
Tutt’attorno la città cerca di ritrovare una quasi normalità


Memoriale di Bucha
Da Kiev ci spostiamo a Bucha, città che è diventata il simbolo dei crimini di guerra russi.
Era il marzo 2022 quando furono diffuse le prime immagini di questa piccola città ucraina e di quanto stava accadendo.
Ancora un volta in Europa immagini di cadaveri e fosse comuni, immagini che hanno fatto il giro del mondo, provocando sdegno e rabbia.
Vi segnalo un articolo del 2022 de Il Post che mi aveva molto colpita.
All’ingresso del parco cittadino è stato eretto il Memoriale, una installazione di metallo vede incisi i cinquecentouno nomi delle vittime che a oggi sono state identificate.
Ci accoglie il parroco della città, Ivan Gunya, sacerdote e membro di una associazione locale, per una preghiera al Memoriale e con lui proseguiamo la visita con un incontro all’interno della chiesa, dove è stata allestita una mostra fotografica a cura dei giornalisti di Reuters entrati in città dopo il ritiro dei russi.

Preghiera Universale per la fratellanza e per la pace
È nella cornice della piazza Santa Sofia, davanti al Santuario di San Michele che si è tenuta la Preghiera Universale per la Fratellanza e la Pace a cui hanno partecipato i rappresentanti di tutte le Confessioni religiose, tutto il gruppo arrivato con il MEAN e altre 15 città collegate dall’Italia. Ad aprire la preghiera il portavoce del MEAN Angelo Moretti: «Se non sappiamo come disarmare l’aggressore o se i problemi sono superiori alle nostre capacità, occorre alzare lo sguardo al cielo»
La preghiera per la pace ha unito l’Ucraina, l’Italia e la Terra Santa, dal confine con il Libano, è intervenuta Angelica Edna Calo Livne della fondazione Beresheet LaShalom mentre bandiere con i colori giallo e azzurro sventolano alle nostre spalle, in una delle piazze “simbolo” della metropoli, dove si affaccia il complesso religioso che racconta le radici millenarie di Kiev.


Il giorno della diplomazia
I Corpi Civili di pace, un percorso di cui si è parlato a livello diplomatico e politico insieme a membri del Parlamento ucraino e italiano, a europarlamentari, funzionari dell’OSCE, attivisti di ONG ucraine e internazionali, membri della società civile e organizzazioni di volontariato: una condivisione di esperienze per favorire la pace e promuovere a livello europeo l’istituzione dei Corpi Civili di pace che possano affiancare l’azione militare per raggiungere il difficile e fondamentale obiettivo della costruzione di percorsi di integrazione, inclusione e convivenza pacifica.

Un comitato di otto esperti elaborerà una proposta per indicare priorità, tempi e interlocutori per proseguire questo cammino per gli Ecpc (European Civil Peace Corps) da presentare al Parlamento Europeo.
Quattro di questi otto esperti sono stati definiti proprio nell’incontro, due ucraini e due italiani: Alona Horova, portavoce dell’IPCG, Institute for Peace and Common Ground, una delle ong ucraine più autorevoli del Paese in materia di trasformazione dei conflitti, che oggi ha all’attivo decine di progetti sociali a sostegno delle comunità locali più colpite dall’aggressione russa; Vadym Halaichuk, membro del Parlamento ucraino e co-presidente dell’Associazione interparlamentare Ue-Ucraina; Giovanni Kessler, magistrato oggi presidente dell’Associazione EUcrania ed ex Direttore generale dell’Olaf Ufficio anti-frode dell’Unione europea, con all’attivo decenni di lavoro sul campo, in particolare in Kosovo e negli ultimi anni del suo mandato proprio in Ucraina; infine, Marianella Sclavi, co-fondatrice del Mean, ex docente universitaria specializzata in gestione dei conflitti, a cui è stato affidato anche il coordinamento del Comitato stesso.

