La missione del Mean diretta in Ucraina ha avuto come scopo principale l’organizzazione di iniziative nonviolente e di supporto alla pace, da tenere in territorio ucraino nei prossimi mesi. Più specificamente, gli attivisti del Movimento hanno organizzato una dimostrazione a Kiev per l’11 luglio, data simbolica perché è sia il giorno di San Benedetto, patrono d’Europa, sia l’anniversario dell’inizio della strage di Srebrenica, il peggiore massacro avvenuto in territorio europeo dalla fine della seconda guerra mondiale. L’iniziativa sarà incentrata su un incontro-dibattito con esponenti della società civile e delle istituzioni dell’Ucraina e, per ragioni di sicurezza, non potrà radunare più di 150 partecipanti. Nel caso (probabile) che il numero fosse superiore, sarà organizzata un’iniziativa parallela in un’altra città, presumibilmente Leopoli.
La missione del Mean, inoltre, è servita a definire i dettagli per l’accoglienza in Italia di famiglie ucraine, un progetto già avviato dal Consorzio Sale della terra, nonché a discutere dei gemellaggi tra paesi italiani (in particolare, i paesi aderenti alla rete dei Piccoli comuni del welcome, gestita dal medesimo Consorzio) e paesi ucraini.
La missione ha fatto seguito a un viaggio del mese precedente, che ha consentito di stabilire i primi contatti con la società civile e con le istituzioni ucraine.
La delegazione è composta dai due portavoce del Mean, Angelo Moretti (anche presidente del Consorzio Sale della Terra) e Marianella Sclavi, e dagli attivisti Tatyana Shyshnyak (che ha avuto anche funzioni di interprete) ed Erminio Fonzo.
13 giugno, confine ucraino-polacco. Incontro con Ihor Torskyy, rappresentante dell’associazione Act4Ukraine
All’arrivo in Ucraina, presso il posto di confine di Medyka, la delegazione è stata accolta da Ihor Torskyy, fondatore di Act4Ukraine, che si occupa di sostegno umanitario ed evacuazione dei feriti dalle zone di guerra. Ihor, già entrato in contatto con il Mean nel mese di maggio, ha accompagnato la delegazione per tutta la durata del soggiorno in Ucraina, agendo, in alcuni casi, da tramite con le associazioni locali.
13 giugno, Leopoli, Seminario teologico greco-cattolico. Incontro con il rettore, rev. Ihor Boyko
Il primo incontro della delegazione ha avuto luogo a Leopoli, presso il seminario greco-cattolico della città (che è stato anche l’alloggio degli attivisti per la notte del 13 giugno). L’incontro con il rettore è servito a definire alcuni dettagli logistici dell’eventuale manifestazione leopolitana. Padre Boyko, dopo aver espresso il suo apprezzamento per l’iniziativa del Mean, ha dato la propria disponibilità a ospitare presso il seminario i partecipanti alla manifestazione, concordando con gli attivisti le condizioni finanziarie.
La mattina del 14 giugno, dopo una breve visita al centro di Leopoli, la delegazione è partita per Kiev, accompagnata, oltre che da Igor Torskyy, da due rappresentanti del Movimento dei Focolari, residenti in Ucraina da molti anni, Gloria Mascellani e Katalin Molnar.
14 giugno, Kiev, Hotel Rus. Incontro con rappresentanti della società civile ucraina
Poco dopo essere giunta a Kiev, la delegazione ha incontrato un gruppo di circa venti attivisti ucraini, in rappresentanza di dodici associazioni. La riunione è servita per organizzare le iniziative dell’11 luglio, per raccogliere i suggerimenti della società civile locale e, più in generale, per stabilire un rapporto tra attivisti dell’Europa occidentale e dell’Ucraina.
Dopo aver ascoltato la presentazione del Movimento, gli attivisti locali, tutti nativi di Kiev o residenti nella capitale perché sfollati dalle zone di guerra, hanno raccontato le loro esperienze ed esposto le loro idee. Erano presenti, tra gli altri, Natalia, impegnata nella rete museale ucraina e preoccupata per essere bersaglio, insieme ad una lista di suoi colleghi, dei russi; Oleksandr e Dmytro, rappresentanti di un gruppo che si occupa di fornire aiuti umanitari alla popolazione; Stepan e Dennis, membri dell’Headquarters Kyiv Volunteers, un’organizzazione finalizzata prevalentemente a offrire supporto psicologico ai bambini e a istituire colonie estive; Oleg, membro della Caritas diocesana di Kiev, che sta avendo un ruolo di primo piano in tutte le questioni legate agli aiuti umanitari; Marya e Vlad, due artisti teatrali che, dopo l’inizio delle ostilità, hanno costituito la Fondazione Vivremo, impegnata in attività umanitarie e di collaborazione con la Guardia nazionale; Ruslan, che si occupa dell’evacuazione dei feriti dalle zone di guerra; Vlada, una rifugiata interna originaria del Donbass, che lavora in ambito umanitario insieme ad Act4Ukraine; Jaroslav, fondatore dell’associazione Help and Win, mirante a facilitare l’evacuazione dei profughi e a donare strumenti di protezione individuale alla Guardia nazionale; Juri, rappresentante del Movimento pacifista ucraino e sostenitore dell’obiezione di coscienza.
Tutti gli attivisti ucraini si sono dichiarati interessati all’evento dell’11 luglio e hanno garantito la loro adesione e il loro supporto. L’incontro è servito anche a mettere in contatto le associazione ucraine tra di loro, perché le esigenze immediate, dettate dalla situazione bellica, fino ad ora avevano impedito di costruire una rete.
La riunione ha fornito l’occasione anche per una discussione, nella forma del brain storming, sul futuro dell’Ucraina. Sebbene tra i partecipanti siano emerse sensibilità diverse su alcuni temi, tutti si sono dichiarati d’accordo sulla necessità di pensare non solo alla guerra, ma anche a quello che avverrà dopo. Si è discusso, in particolare, dei Corpi civili di pace, che molti partecipanti ritengono uno strumento assai utile, nel caso di una tregua, per agire come forza di interposizione. Si è discusso, inoltre, di come preservare il patrimonio artistico-culturale ucraino, soprattutto grazie alla presenza di Natalia, rappresentante di una rete dei musei di Kiev.
La riunione si è chiusa con lo scambio dei contatti, in attesa di definire i dettagli pratici dell’iniziativa dell’11 luglio.