L’esperienza di viaggio più forte della mia vita merita di essere raccontata una missione di pace seppur breve in un Paese in guerra, l’Ucraina, e proprio nel suo cuore Kiev per stare accanto al popolo ucraino, dare un messaggio concreto in presenza di solidarietà e cercare di facilitare un inizio di dialogo di pace tramite l’istituzione di Corpi Civili per la Pace a livello europeo.
La missione organizzata egregiamente nei vari aspetti dal MEAN Movimento Europeo Azione Nonviolenta MEAN Movimento Europeo Azione NonViolenta inizia il 13 ottobre a Cracovia ma già i primi incontri avvengono all’aeroporto di Fiumicino dove riconosco Frà Francesco e altri del gruppo di pace.
Dopo una visita rapida ma significativa nel centro di Cracovia, facciamo la foto di rito e prendiamo il pullman che ci porterà alla frontiera tra Polonia e Ucraina, poco prima di arrivare scarichiamo l’app che avverte in caso di attacco missilistico nella regione dove ci si trova per nascondersi nei rifugi, fortunatamente nessun attacco si è verificato durante la nostra presenza. Una lunga fila di camion aspetta l’ingresso in Ucraina e una lunga fila a piedi per entrare in Polonia ma noi grazie al cambio di pullman riusciamo ad evitare lunghe attese. Il gruppo si divide in due, 47 sul pullman che si dirige a Kiev e in 8 con destinazione Leopoli.
La situazione che vedo con i miei occhi sarà diversa da quanto immaginavo, nella città i danni sono poco visibili e la vita è già in buona parte ripresa, negozi aperti e gente in giro, poi basta un particolare per riportare subito la mente alla guerra in corso, le bandierine che ricordano le vittime a piazza Maidan, i cavalli di frisia a bordo strada pronti per essere disposti per frenare eventuali incursioni via terra o il saluto “Slava Ukraini” gloria all’Ucraina o ancora gli oggetti sugli stand che si incontrano per strada.
Il primo giorno è dedicato alla commemorazione al memoriale a Bucha delle vittime della strage di civili a pochi chilometri dalla capitale con spiegazione e visione di alcune foto per smentire qualunque possibile negazione o deformazione dei fatti, ai piedi del memoriale ho deposto una immagine della Vergine della Rivelazione per chiedere la pace e invocare le religioni a dare il loro contributo in tal senso. Nel pomeriggio dopo una spiegazione da parte di una guida locale visitiamo la stupenda chiesa di Santa Sofia, ricca di storia e bellezze artistiche, in particolare i mosaici. All’esterno sulla piazza si svolge con vari collegamenti internazionali la preghiera interreligiosa, un momento di avvicinamento importante di alto livello per portare pacificazione e alcuni cittadini ucraini si interessano all’evento chiedono informazioni e ringraziano per la nostra presenza.
Il secondo giorno è quello più diplomatico e politico, ci si incontra con rappresentanti europei, nazionali e locali, ucraini e italiani, esperti OSCE e a capo di organizzazioni di volontariato per invocare la pace, condividere le esperienze per favorirla e chiedere a livello europeo l’istituzione dei Corpi Civili della pace che possano affiancare l’azione militare per raggiungere il difficile ma fondamentale obiettivo di portare rappresentanti delle due parti a dialogare attorno a uno stesso tavolo. Una proposta è già pronta in forma di bozza e verrà presentata nei prossimi giorni al Parlamento Europeo. Tre esperti vengono scelti e a loro spetterà il primo lavoro di indicare priorità e cercare di individuare tempi e interlocutori per proseguire questo cammino che io ho indicato come un sentiero di cui non conosco il percorso ma che è nella direzione giusta quella della pace e della non-violenza.
Il bilancio è certamente positivo ora servirà continuare in questa direzione e sensibilizzare su la necessità di dialogare e uscire da una logica esclusivamente militare e senza uscita. Ho imparato dialogando con persone esperte e di diversa provenienza geografica e con responsabilità nella ambito del volontariato e della cooperazione internazionale.
Un ringraziamento particolare ad Angelo Moretti Angelo Moretti e tutti gli organizzatori del MEAN per aver saputo costruire con prezioso lavoro nel tempo grazie a vari viaggi preparatori questa missione, temevo di poter tornare a casa con angoscia mentre torno con convinzione, speranza e consapevolezza che bisogna perseverare in questa direzione.